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Tecnologia e design, un equilibrio possibileLe interviste di Chiara Benedettini e Pietro Conte ai principali System Integrator italiani
Il valore dell’integrazione nei progetti Corporate
Silvio D'Angelantonio
Essedi
“Essedi nasce nel 1993, l’idea originaria era portare impianti multimediali nelle scuole. Poco dopo sono entrato in azienda, e abbiamo iniziato a spostare il focus verso il mondo corporate, puntando sulla videoconferenza: all’epoca una tecnologia d’élite, usata solo da poche multinazionali. Una intuizione che ci ha premiati. Siamo cresciuti e nel 2021 è entrato un fondo di investimento con una logica di ricambio generazionale. Il nostro punto di forza è coprire internamente l’intero ciclo: dalla vendita e progettazione alla logistica, dall’installazione fino all’assistenza post-vendita. In un mercato frammentato come il nostro, questa completezza operativa fa la differenza, soprattutto quando si tratta di affrontare progetti complessi o integrati con la parte arredi e di interior design.”
Nel mondo della progettazione integrata, dove spazi, arredi e tecnologie devono dialogare in armonia, il ruolo del system integrator è diventato sempre più centrale. Ne abbiamo parlato con Silvio D’Angelantonio, co-fondatore di Essedi e Sales Manager, System Integrator esperto nel settore Corporate.
Chiara Benedettini - Nei progetti integrati, il rapporto tra tecnologia e design diventa cruciale. Come vivete questa sfida?
SDA – I progetti oggi non partono dalla tecnologia, ma dallo space planning: chi progetta gli spazi definisce il contesto nel quale noi dobbiamo inserire le nostre soluzioni. Questo significa che il dialogo con gli studi di architettura e i progettisti di arredi è centrale, e negli ultimi anni da parte loro vediamo maggiore disponibilità e consapevolezza. Se la tecnologia non è pensata fin dall’inizio, se non si conoscono le esigenze di acustica, cablaggio o di ingombro, si rischiano soluzioni poco efficaci, invasive, extra costi. È per questo che lavoriamo molto con studi, affiancandoli fin dalla fase di concept.
CB - Può raccontarci un esempio recente rappresentativo di questo approccio integrato?
SDA – Senza dubbio le sedi di Deloitte. Abbiamo lavorato su Milano, Roma, Bari e stiamo seguendo anche quelle di Cagliari e Bologna, spazi che ospitano migliaia di persone, in cui l’integrazione tra arredi, tecnologia e funzionalità è stata studiata approfonditamente. Siamo partiti con un brainstorming progettuale, insieme ai designer e agli architetti, e abbiamo seguito tutto il processo fino agli esecutivi. Il lavoro di integrazione con chi progetta spazi e arredi è stato fondamentale, così come la ricerca delle soluzioni tecniche più adatte.
Lavoriamo spesso con le multinazionali, perché comprendono il valore della consulenza e dell’affidabilità nel tempo.
CB - La videoconferenza è il vostro cavallo di battaglia. Oggi, con la diffusione della “collaboration”, che ruolo gioca nel vostro portafoglio?
SDA – Fondamentale, e lo è sempre stata. Oggi tutti parlano di “collaboration”, ma negli anni Duemila era quasi un’eresia pensare di lavorare “a distanza”. Eppure, noi ci abbiamo creduto. Abbiamo investito, formato, fatto evangelizzazione. Questo ci ha dato accesso al mondo delle grandi aziende, che su quel fronte avevano visioni più evolute.
1.-4. Interni della sede di Essedi a Gessate (Milano).
Pietro Conte - Tecnologia e user experience: qual è il ruolo del system integrator?
SDA – Un ruolo centrale: la tecnologia non deve rappresentare un ostacolo, ma un mezzo di lavoro immediato, intuitivo. L’utente entra in sala e deve potersi concentrare sul contenuto del suo incontro, non su quale cavo collegare o quale tasto premere. Per questo progettiamo interfacce personalizzate, e lavoriamo su scenari nei quali la tecnologia dialoga con la domotica, gli arredi, l’impiantistica. Se l’utente percepisce la tecnologia come un ostacolo, significa che il progetto ha fallito.
PC - Gli spazi polifunzionali sono sempre più richiesti. Come li affrontate?
SDA – Ancora una volta il dialogo tra il System Integrator e chi progetta gli spazi è di primaria importanza. In 30 anni di lavoro abbiamo visto cambiare radicalmente l’impostazione degli uffici, dalle postazioni con i divisori all’open space alla polifunzionalità di oggi. É importante leggere bene le necessità del cliente, valutando l’esperienza nel quotidiano. Abbiamo anche una divisione che si occupa dell’ergonomia della postazione lavorativa, dalla dimensione del monitor, al tipo di cuffia, alla posizione fino alla prenotazione del posto.
CB - Quale tecnologia vedremo affermarsi nei prossimi anni?
SDA – Sicuramente il LED, che oggi ha raggiunto un livello di maturità straordinario. Il microLED consente risoluzioni elevate anche su superfici ridotte, rendendolo ideale per boardroom e sale riunioni. Ma la vera rivoluzione è nel suo impiego architettonico: riveste colonne, crea ambienti immersivi, si integra con trasparenze e curve. Sempre più spesso viene usato non solo per comunicare contenuti, ma come elemento d’arredo vero e proprio, fino alla creazione di scenografie immersive. È una tecnologia che si presta all’estetica, alla narrazione e alla personalizzazione degli spazi. Ed è solo l’inizio.